M5S Borgo 2019: Candidati e Programma completo, lasciamo una traccia e ripartiamo.

 

Con colpevole ritardo, pubblichiamo gli appunti del nostro programma completo, come descritto sul nostro programma caricato sul sito del comune. Chiariamo che i punti prioritari del nostro programma sono quelli del programma inviato al comune. Il programma completo contiene tutti gli appunti presi alle riunioni degli ultimi 5 anni.

Ringraziamo tutti i borghigiani che ci hanno votato! Da qui ripartiamo!

Un paio di Riflessioni sulla Boldrini. No agli insulti, Sì alle critiche.

Laura Boldrini ha dichiarato che denuncerà chi la insulta su facebook: la capisco, da anni è oggetto di commenti sessisti, lanciati da imbecilli che con il turpiloquio credono di affermare una superiorità che chiaramente non hanno e di mascherare la loro ignoranza e incapacità di argomentare. Purtroppo il maschilismo è ancora dominante nella società italiana; ogni volta che torno dagli Stati Uniti mi colpisce, per strada e alla televisione, e le reazioni sono ancora troppo deboli. Non è questione di correttezza politica; è questione di educazione, di rispetto, di capacità di isolare gli stronzi e i fascisti. Ciò nonostante penso che Boldrini, vista la sua posizione istituzionale, abbia torto a ricorrere alla magistratura e guardo con preoccupazione maggiore alla diffusione del conformismo e perbenismo di sinistra che a quella della volgarità (che è spesso il modo, come rivela l’etimologia, in cui si esprime il popolo). In altre parole, non mi sarei mai aspettato di trovare tanti compagni ed ex compagni favorevoli al concetto di lesa maestà.


Spero di non essere frainteso: sono contrario agli insulti ma considero politicamente più pericolosa qualsiasi limitazione alla libertà di critica contro le celebrity, i ricchi e i potenti, in altre parole contro chi è nettamente più forte di noi. Stessa cosa per la privacy: chi sceglie la notorietà non ha diritto ad alcun rispetto. Le Lady Diana che non vogliono l’attenzione dei paparazzi regalino il 95% dei loro soldi allo Stato e vadano a vivere in un paesino dell’Alto Adige finché tutti non si siano scordati di loro (non ci vuole molto). Chi invece vuole continuare ad acquisire denaro o potere grazie alla sua visibilità, ne accetti le conseguenze, inclusa la rabbia e l’invidia di frustrati e psicolabili.


A essere rigidamente protette dovrebbero essere piuttosto le persone ordinarie, per intenderci quelle che non hanno la scorta, non ricevono vitalizi, non guadagnano milioni, non vanno in televisione e sui giornali ogni settimana, non occupano rilevanti cariche istituzionali. Quelle a cui gli insulti fanno davvero male perché non hanno i mezzi per sottrarvisi; quelle che non possono tornare nell’anonimato perché ci sono già. Sono i cittadini normali che dovrebbero essere protetti dal bullismo e dalle aggressioni verbali degli stronzi. Non i potenti; i potenti si difendono già da soli e notoriamente se ne fregano delle reali condizioni di vita dei loro sudditi (per esempio pontificano sul terrorismo in interviste rilasciate dai loro palazzi blindati). 


Boldrini è stanca di insulti? La capisco; io mi sarei stufato da un pezzo. Ma vista la carica che occupa e le sue origini politiche di sinistra, non dovrebbe permettere che il suo caso personale contribuisca al rafforzamento degli apparati di repressione del potere. Perché si comincia con il censurare la volgarità e si finisce con il censurare l’opposizione e perché a differenza della vera violenza (che richiede intransigenza), la rabbia e l’ignoranza del popolo si correggono con l’educazione e il buon governo, non con le denunce.

Ma qualche voce scettica direbbe: “Non credo che la Boldrini stia instaurando la censura in Italia, e a questo clima di odio qualcuno dovrà dare una regola o è tutto irreparabile?”
Come popolo abbiamo purtroppo il malcostume di trascendere e da un bel pezzo abbiamo perso i freni inibitori.
Da quando qualcuno ha sdoganato la pacchianeria, l’insulto gratuito, la rissosità, fu quel grande statista festaiolo col vizietto Delle minorenni maggiorate che diede del “coglioni sfigati” a quella metà del paese che non lo votava.
Da allora in poi siamo andati giù in stile a rotta di collo.

Festa a 5 Stelle a San Piero a Sieve tra dibattiti, intrattenimento e buona cucina

Il 1° e 2 luglio a San Piero a Sieve, presso l’area Feste di San Piero a Sieve, il Movimento 5 Stelle Mugello organizza la propria festa annuale ed invita attivisti, simpatizzanti, cittadine e cittadini a partecipare.
Insieme ai parlamentari 5 stelle ed agli amministratori locali, sono previsti incontri e dibattiti su argomenti nazionali e locali, tra cui: aggiornamenti sui casi “Forteto” e “Cava Paterno”, lavoro, reddito di cittadinanza, Microcredito, legalità, infiltrazioni mafiose, Vaccini, Ospedale di Borgo San Lorenzo e chiusura servizi specialistici (senologia), proposta di Legge sull’auto recupero immobili abbandonati (Pubblici e Privati).
Gli argomenti saranno trattati oltre che dai portavoce Nazionali e Regionali del MOVIMENTO 5 STELLE (Deputato Emanuele Cozzolino, Senatrice Laura Bottici, Deputata Chiara Gagnarli, Senatrice Ornella Bertorotta, Consigliere Regionale Gabriele Bianchi, Consigliere Regionale Andrea Quartini); da Maurizio Pascucci (Presidente Associazione Produttori di Corleone), Renato Scalia (ex funzionario D.I.A.) Ospiti: Sindaco di Vaglia Leonardo Borchi e Ass. Ambiente Riccardo Impallomeni.
Saranno presenti Stand espositivi e vendita prodotti agricoli locali e di artigianato realizzati con materiali di recupero.
Inoltre sarà presente uno Stand per la vendita del pomodoro “Siccagno Corleonese” coltivato dai produttori di Corleone su terreni confiscati alla mafia.
Gazebo informativo sulla sindrome Fibromialgica dove la Dott.ssa Quirina Cantini sarà a disposizione della cittadinanza
Per gli amanti della buona cucina: cena a buffet, pranzo alla carta e merenda con ficattole, menù per celiaci e vegetariani.
La serata del Sabato sarà allietata da un’esibizione di Ballo della Dance School FA Grosseto mentre quella della Domenica dal gruppo musicale “Milf And Bros”.

Fonte: IlFilo.net

Scuola. Anche i Cinque Stelle ‘citano’ Don Milani, con Luigi Gallo

(articolo del 20 giugno, giorno della visita del Papa a Barbiana. il giorno prima della presentazione del libro “Educazione Diffusa”)


“C’è un filo conduttore molto forte che unisce l’esperienza avanguardista di Don Milani e l’innovazione pedagogica della scuola italiana a cui pensa il Movimento Cinque Stelle. E’ una delle sintesi racchiuse nel programma di governo sulla Scuola e l’educazione che abbiamo scritto in forma collettiva con i cittadini utilizzando la rete, seguendo lo spirito pedagogico di Don Milani. Inoltre l’idea dell’“Educazione diffusa” racchiusa nel mio libro ha tanto in comune con l’esperienza di don Lorenzo Milani”.

Lo dice Luigi Gallo, deputato del Movimento Cinque Stelle, annunciando la presentazione del libro “Educazione Diffusa. Per salvare il mondo i bambini”, scritto dal parlamentare a quattro mani con il professore dell’Università di Milano Bicocca, Paolo Mottana, che si svolgerà domani, venerdì 23 giugno, alle 18, al teatro Giotto di Vicchio.

“C’è un legame forte con il Mugello che mi ha visto presente molto spesso, nelle piazze e tra la gente a parlare di cultura ed istruzione. Ho visitato con il meetup e i consiglieri del M5S la scuola di Barbiana e conosciuto Michele e Sanrda Gesualdi della fondazione Don Milani a cui ho donato una copia del mio libro. Il nostro impegno a diffondere una pratica pedagogica innovativa è stato riconosciuto anche da Edoardo Martinelli, allievo di don Lorenzo Milani e coautore della Lettera a una professoressa. Il M5S dovrà smantellare le violenze che le riforme della scuola degli ultimi 20 anni, comprese quelle del governo Renzi con la chiamata diretta dei docenti e il bonus del merito e spostando le risorse su una formazione di qualità”.

Fonte: OkMugello

Liberismo Economico e Globalizzazione. Una riflessione

Leggendo tra i vari post stamattina emerge il sentimento comune di scivolamento verso una società dominata dal controllo delle multinazionali in tutti i settori: finanziario, bancario, sanitario, beni di largo consumo…
È vero tutto ciò ed è l’effetto del liberismo economico che ha causa ed effetto al tempo stesso nel processo di globalizzazione dell’economia.
Massificazione dei consumi e standardizzazione dei modelli sono realtà da un pezzo.
Non si tratta di un fenomeno recente: sono più di trent’anni che siamo sotto osservazione stretta da parte delle multinazionali e le scienze sociali dalla psicologia alla sociologia con l’aiuto della statistica si sono affannate a trovar loro strumenti di analisi sempre più sofisticati per facilitare il loro compito di addomesticarci ed il marketing ha fornito loro gli strumenti per farlo, dando alle aziende “consigli per essere orientati al mercato ed al consumatore” ma l’obiettivo non era quello di fare filantropia ma massimizzare il profitto, vendere di più, fidelizzare.
E così siamo stati tutti categorizzati, ogni dato è stato rilevato: consumi, stili di vita…chi non ha mai fatto parte di un’indagine di mercato rispondendo ad un questionario? Chi non possiede una carta fedeltà di un supermercato GDO o di una petrolifera e di recente anche delle farmacie? Ed avete mai pensato alla profilazione fatta attraverso la tessera sanitaria?

C’è chi propone di smettere di comprare dalla grande distribuzione, evitare supermercati e iper e rivolgersi ai negozianti di quartiere, meno prodotti lavorati, più materie prime, di aderire a Gruppi di acquisto solidale e prendere coscienza che siamo noi tutti che possiamo staccare la spina a questo sistema con le nostre azioni quotidiane ed informandoci ed informando chi ci è vicino ed invitarlo a fare lo stesso…..(cit. Barbara Sciannamea).

Io lo troverei “normale” e sarei d’accordo in linea di principio, anche se non è sempre praticabile.
Ci vogliono certe sensibilità, tanto tempo per trovare fornitori alternativi e, non ultimo, una disponibilità economica diversa.
La gente è disinformata, pigra e si accontenta della vita ” easy & cheap”.
È uno stile di vita quello proposto che va in direzione opposta al bombardamento mediatico che invece ci spinge all’imitazione di un’immagine stereotipata e performante che ci vuole belli, alla moda tutti in fila per l’ultimo modello di iPhone, tablet, o braccialetto con trollbreads e charms o scarpe sportive disegnate da un rappers a noi sconosciuto e di cui taccio la marca per coerenza, orientandoci verso il consumo compulsivo più facilmente manovrabile: si pensi alla profilazione delle carte fedeltà e a quanto siamo “osservati” attraverso i cookies durante le nostre scorribande in rete e aggiungo anche sui siti di informazione sempre più infarciti di messaggi promozionali incongruenti col titolo dell’articolo che ci interessa ( che ci fa la pubblicità dell’ultimo modello di BMW mentre leggo un articolo di Montanari sulla pericolosità dei vaccini?)

Un tempo le multinazionali operavano con gli strumenti tradizionali, le leve di marketing, con l’ausilio fornito dalle scienze sociali e la statistica che ci classificano rendendoci target.
Oggi, potenti come sono, hanno occupato il potere politico ed operano con una sfacciataggine inaudita attraverso una complicità prona di burattini piegati a 90° per un piatto di lenticchie che per essere sicuri di ottenere il loro compenso arrivano ad imporci con violenza e terrore ciò che le nostre coscienze stanno imparando a riconoscere come inutilità da lucro.

Sfuggire a queste logiche si può, ma il cambiamento dovrebbe essere radicale e soprattutto massivo e nascere dall’acquisizione della consapevolezza che il controllo del mercato lo possono fare le multinazionali tanto quanto i consumatori purché si faccia rete.
Cambiare prospettiva si può…..si deve.

Daniela Scoppa

Orti Sociali a Scarperia. Come stanno le cose.

Fatti e circostanze che si ripetono. Era già successo. Dunque vogliamo chiarire come si sia giunti a questo riconoscimento. Poco più di anno fa avevamo presentato la nostra mozione che proponeva l’adesione al progetto “Centomila orti sociali in Toscana”. Precisamente verso la fine di Dicembre 2015. Dopo pochi giorni, infatti, sarebbe scaduto il termine di presentazione della domanda alla Regione Toscana. Da quel momento abbiamo ricevuto solo due brevi informazioni riguardanti l’argomento in questione. Sembrò che questa opportunità, seppure approvata in consiglio comunale, non avesse avuto grande seguito.

Invece, a distanza di sedici mesi, e dopo un silenzio assordante, troviamo la sorpresa. Così apprendiamo, del resto con viva soddisfazione, che l’amministrazione comunale di Scarperia e San Piero, come da quel nostro suggerimento, argomentato nella stessa mozione, si sia mossa per inserirsi in quel progetto. Molto bene, ci mancherebbe. Del resto la nostra proposta era proprio di creare degli orti sociali per le tante persone interessate anche a Scarperia, seguendo l’esempio di quanto già esistente a San Piero a Sieve.

Oggi, sapere che sono arrivati i soldi, questo finanziamento della Regione Toscana, a supporto di questo progetto, ci rende molto felici. Gli orti sociali oltre ad avere una valenza intrinseca nell’accezione del loro stesso termine, cioè di socialità, possono svolgere anche un ruolo di valenza didattica, di conoscenza, anche per il mondo scolastico. Adesso sarà necessario individuare un’area idonea allo realizzazione ed allo sviluppo di questo progetto, soprattutto coinvolgendo i cittadini e le associazioni del territorio.

Sì, ci siamo arrivati. E’ stata un’opportunità giusta da seguire e la speranza è che si dimostri proficua per la cittadinanza. Certo piccola cosa. Ma è un ulteriore tassello del nostro impegno, quello del Movimento 5 Stelle, rivolto verso la popolazione. E lo facciamo con l’orgoglio di averne promossa l’istruttoria, di essere stati il motore per il raggiungimento dello scopo. Nessuna rivendicazione artefatta, solo il voler spiegare le ragioni del fatto.

Scarperia e San Piero, 30 aprile 2017
Le consigliere del M5S, Viviana Rossi e Elisa Barlazzi

EFDD-ALDE: Tu iscritto 5 stelle, che hai fatto?

14691005_10210498052517716_3644483166008840935b_n

Ero fuori domenica, e quando ho letto la notizia della votazione ha spiazzato anche me. Mi sono incupito anche io per qualche ora, poi mi sono informato… solo un punto del programma delle europee coincide con il programma di ALDE, il resto no. Ho notato che nell’ALDE hanno avuto una pessima impressione del M5S la prima volta.

Leggendo il post ho notato con piacere che Grillo la pensa come me sul futuro del M5S in Europa (il riferimento ad un futuro gruppo Direct Democracy Movement) che ovviamente richiede tempo e condizioni favorevoli. Quindi bisogna andare per passi intermedi e/o provvisori. Nel post e nell’accordo viene specificato che per i portavoce ci sarebbe stato libertà di voto tranne che su punti concordati con il gruppo al parlamento europeo, come era nel caso dell EFDD. Allo stato attuale il 27% delle votazioni sui vari temi in parlamento europeo sono state identiche a quelle del resto del eurogruppo parlamentare. Come abbiamo visto dal parlamento nazionale o europeo, il M5S ha alcune posizioni condivise con le altre forze politiche su tanti temi differenti. Infatti questa estate era spuntato fuori uno studio che mostrava che il M5S nel parlamento italiano aveva votato il 20% delle volte come la maggioranza governativa. Quella in figura qui sotto invece riporta le percentuali di voto coincidente tra i gruppi Europei e il M5S

comparison-m5s-eu

Viste le premesse, per quanto riguarda gli obiettivi e il programma M5S europeo ho considerato indifferente in quale gruppo parlamentare i portavoce M5S sarebbero andati a finire, fintanto che le decisioni dei portavoce rispetti quanto descritto sopra (libertà di voto tranne su punti concordati e risorse per portare la voce dei cittadini), quindi ho votato la mattina dopo.

E ho votato EFDD. Ho votato EFDD giusto per la comodità di rimanere nello stesso gruppo che si è scelto all’inizio. Allo stesso tempo non mi ha spaventato l’opzione ALDE. È piuttosto noto che il M5S sia per l’europa dei popoli ma non per l’euro attuale, come in passato è stato specificato sul blog. Inoltre c’è da dire che dopo la Brexit, l’Ukip in UE si è proprio disattivato politicamente…

Ma questo non ha impedito a certi attivisti di polemizzare su varie cose come se non si fossero mai informati. Per esempio sul fatto che molti europarlamentari non ne sapessero niente nelle contrattazioni, e di conseguenza anche della successiva votazione. C’è stato un portavoce che incaricato apposta dal resto del M5S Europeo per cercare un altro gruppo europeo, per questo certi portavoce (come Marco Zanni) non sapevano nulla dell’andamento delle trattative, lasciandosi andare a commenti forti. Inoltre se il dibattito fosse stato pubblico settimane prima, probabilmente molte persone e media avversi al M5S avrebbero pressato fin dalla prima ora Guy Verhofstadt e ALDE per non accettare il M5S, come successivamente è avvenuto. Senza contare che probabilmente gli europarlamentari EFDD degli altri sottogruppi avrebbero reagito alla mossa del M5S.

oltre al diffusissimo post di Corrao, c’è un post di Pedicini (candidato EFDD alla presidenza) che spiega la situazione del gruppo europeo, la fretta e la scelta della votazione. Lo riporto:

In merito alla decisione sulle votazioni per la confluenza in un qualsiasi gruppo politico in Europa ponendo la possibilità di uscita dal gruppo Ukip che ci voleva scaricare, perché abbiamo dimostrato di essere troppo diversi da loro, per esempio perché non abbiamo mai messo in discussione la nostra permanenza in Europa.
Ripeto noi siamo la protesta dei cittadini che entra nelle istituzioni e caccia via gli altri, non abbiamo mai detto di voler uscire dall’Europa (che è cosa diversa da uscire dall’Euro). Ukip aveva già iniziato trattarci a piedi in faccia, ogni volta che ci spettava la parola nei dibattiti cruciali la prendeva Farage e non uno di noi. Rivolevano tutti i nostri ruoli dopo che per due anni e mezzo il culo ce lo siamo fatti solo noi. Nel frattempo Ukip spendeva i soldi pubblici, ai quali noi rinunciamo, in maniera incompatibile con i nostri principi, leggetevelo qualche giornale.
Mi sembra abbastanza per muoversi d’anticipo visto che prima della metà del mandato tutti ti vogliono, dopo tutti ti scaricano.
Per questo abbiamo dato mandato ad alcuni di noi, da diversi mesi, per esplorare le possibilità concrete di:
1) formare un nuovo gruppo intorno al nostro programma
2) studiare le condizioni di permanenza in EFDD
3) esplorare le condizioni di confluenza in altri gruppi
4) andare nei non iscritti e guardarsi la partita europea in TV.
La 1 non è andata purtroppo, ma continueremo a lavorarci. La 2 ve l’ho già detto. La 3 ha visto la disponibilità del solo gruppo ALDE visto che i Verdi ci hanno ancora rifiutato. La 4 è la 4.
Evidentemente le condizioni offerte da ALDE ci sono state comunicate solo pochi giorni fa, a ridosso delle elezioni di metà mandato, perché da queste parti così funziona…questo spiega i tempi così ristretti.
A questo punto la miglior cosa è quella di far scegliere on-line agli iscritti.
Sia EFDD che ALDE ci hanno lasciato libertà di voto e di opinione. Per il resto non c’entriamo nulla ne con gli uni ne con gli altri. Per una alleanza di tipo politico bisogna spettare ancora.
Buon voto a tutti.

questo post l’ho trovato ricopiato su un commento. Non sono riuscito a risalire al post originale, anche se successivamente Pedicini stesso ha rilasciato dichiarazioni simili in una intervista video.

Durante la votazione si è ripresentata ancora la discussione (esatto, si discute a differenza di quello che si può pensare) sull’assenza di altre opzioni, lamentando il fatto che il M5S abbia escluso a priori i gruppi con all’interno dei partiti italiani. Per questo, se i cittadini volevano sentirsi rappresentati in un gruppo europeo come il GUE (lista Tsipras) o l’EFN (Lega Nord) o in qualunque altro gruppo europeo con all’interno partiti italiani, avrebbero votato direttamente quei partiti. Il M5S in campagna elettorale nel 2014 ha sempre detto di voler vedere dopo le elezioni gli eventuali gruppi europei. Ecco perché le uniche opzioni valutabili sarebbero state Verdi Europei, ALDE, EFDD ed ECR.

  • i Verdi hanno sempre rifiutato. Quindi niente accordo, niente opzione in votazione.
  • EFDD (prima EFD) hanno risposto la prima volta, per la seconda volta non c’era bisogno visto che il M5S era già nel gruppo EFDD.
  • ECR hanno risposto la prima volta e non sono stati scelti dalla votazione online, poi sono stati esclusi perché un anno dopo i Conservatori e Riformisti di Raffaele Fitto sono confluiti in questo gruppo
  • ALDE rispetto alla prima volta evidentemente ha cambiato idea e ha risposto

Durante il voto molti portavoce si sono espressi pubblicamente per rimanere nel EFDD, come molti attivisti che hanno fatto lo stesso durante la discussione in rete del quesito. Poi finito il voto Lunedì alle 12, la sorpresa. Ha vinto l’opzione ALDE con il 78,5%, seguita al 15,8% dall’opzione EFDD. Per essere sicuri, tra attivisti e iscritti ai meetup toscani ci siamo contati e la maggioranza per l’ALDE è stata piuttosto evidente e motivata.

Come l’altra volta, il M5S avrebbe dovuto rispiegare la stessa cosa che disse quando confluì nel EFDD…ovvero che entrare in un gruppo parlamentare europeo mantenendo libertà di voto non vuol dire accettare tutto quello che viene detto o portato avanti dai singoli sottogruppi (altrimenti il PD sarebbe entrato nel gruppo dei socialisti europei anni fa). Ci sono alcuni punti concordati (naturalmente devono essere inerenti al programma M5S europeo e italiano) sulla quale si vota insieme, per il resto libertà di voto. Infatti nelle statistiche di voto si vede la libertà rispetto al resto del gruppo parlamentare europeo. Probabilmente la permanenza nell’ALDE come componente separata sarebbe stata temporanea e non avrebbe cambiato granché nelle posizioni del M5S in Europa in virtù della libertà di voto, in attesa di costruire il futuro gruppo Direct Democracy Movement (che mi piace assai).

Quindi parlare di “svolta europeista” mi pare falso come parlare della “svolta garantista”.

15725495_10211792036704454_155605814_o

Nel tardo pomeriggio di Lunedì, il Gruppo dell ALDE rifiuta l’accordo con il M5S sconfessando la parola del suo presidente. Come viene specificato in questo articolo e in altri, i membri ALDE dei paesi Nordici sono quelli più avversi all’ingresso del M5S nel loro gruppo. La risposta sul Blog del M5S ha scatenato giustamente l’ironia della rete, ma purtroppo un fondo di verità sulle pressioni italiane ricevute dai membri dell’ALDE c’è stata.

Il presidente di ALDE lascia una dichiarazione video sulla sua pagina in merito a questa vicenda, dicendo che con il M5S ci sono interessi in comune come l’ambiente, la democrazia diretta e le idee sulla trasparenza. Un video che scatena un discreto numero di reazioni avverse tra i suoi sostenitori italiani. Qualcuno scopre che Verhofstadt ha rimosso alcuni post precedenti di chiusura al M5S e chiede addirittura le dimissioni.

cattura

Considerando che Guy Verhofstadt è il candidato presidente al parlamento europeo per ALDE, oltre ad essere il negoziatore UE per la Brexit, direi che la sua parola non vale niente, o quantomeno “la sua figura esce danneggiata, come lo stesso parlamento”, citando una europarlamentare del PD al termine di una breve intervista sull’argomento.

Dopo la scelta dell’ALDE, Beppe Grillo e il M5S europeo sono costretti dal voto online a ripiegare sull’EFDD. Alcune persone in rete hanno accusato di non aver fatto una nuova votazione online. La butto lì, probabilmente era già programmata la votazione sulla concessione pubblica dell’energia due giorni dopo o comunque non sarebbe stato corretto fare due votazioni sullo stesso argomento in così poco tempo (seppur con una opzione in meno). Il rientro in EFDD causa delle reazioni nel M5S europeo (non dall’UKIP, come viene specificato in questo articolo) che spingono l’incaricato dell’accordo David Borrelli a fare un passo indietro all’interno del gruppo, in quanto l’accordo con l’ALDE è fallito. La stessa cosa non si può dire di Marco Affronte e di Marco Zanni, che hanno deciso di uscire dal M5S. E vi spiego perché, avendo conosciuto o ascoltato di persona loro due e Borrelli:

  • David Borrelli: L’ho conosciuto ad un incontro a Scandicci sul MES China. Ha spiegato la situazione sul MES della Cina e il suo lavoro sulla costruzione della consultazione online sul MES, in modo che tutti i presenti capissero. È un portavoce al secondo mandato, e si nota. Ma allo stesso tempo con il suo lavoro in consiglio comunale prima, e in parlamento europeo poi ha dimostrato di essere una persona di valore che si impegna per i cittadini, le imprese e il M5S, senza ambizioni personali. Per questo si è iscritto all’associazione no-profit Rousseau. Tutto questo impegno non lo butterei via per questo recente spiacevole evento. Questo perché Borrelli è stato incaricato dal resto del gruppo europeo del M5S a fare questo tipo di accordi con altri gruppi parlamentari europei come è stato già specificato, e in ogni caso il M5S in Europa avrebbe portato avanti comunque gli stessi temi.
  • Marco Affronte: L’ho incontrato a Italia 5 Stelle 2016 a Palermo, e parlava del suo lavoro in commissione Pesca.
    Non mi è sembrato così convinto del suo lavoro, ma per questo non lo avrei espulso.
    Ho saputo che lui era stato l’unico europarlamentare ad andare al convegno di Pizzarotti nel 2014, ma per questo non lo avrei espulso.
    Lui è di Rimini, dove non è stata presentata la lista M5S nelle ultime elezioni comunali, ma per questo non lo avrei espulso.
    Lui ha annunciato pubblicamente di aver votato per rimanere nell’EFDD, ma per questo non lo avrei espulso (anche se un richiamino a tutti quelli che hanno cercato di influenzare il voto lo farei) .
    Poi ho saputo che lui ha lasciato il M5S e l’EFDD per andare con i Verdi Europei (Gli stessi Verdi Europei che non volevano il M5S) con motivazioni spiegate in questa dichiarazione. Discorsi già sentiti su “vertici del M5S che decidono”, sulla “Democrazia Diretta violata”, sull’impegno “carta straccia” della multa di 250’000€ per il cambio di casacca. Supponendo che tu abbia ragione, non potevi coinvolgere maggiormente il gruppo europeo M5S, la base, i portavoce locali o altri iscritti per proporre una regolamentazione per le votazioni in rete, visto che esiste un regolamento interno per proporlo? No, ha preferito cambiare gruppo per “lanciare un segnale al movimento che deve cambiare rotta”. Non sono i segnali che cambiano il movimento e , ma le azioni. Azioni come quella di mantenere l’impegno preso con il codice di comportamento che parla di “versare l’importo di €250.000 al Comitato Promotore Elezioni Europee MoVimento 5 Stelle che lo devolverà ad un ente benefico”. Se l’intenzione è lanciare un segnale al movimento per cambiare rotta , dovevi fare l’opposto di quello che hai fatto, sennò agli occhi di chi ti ha sostenuto risulterai non credibile in tutto quello che hai detto.
  • Marco Zanni: L’ho incontrato a Italia 5 Stelle a Palermo, e parlava di Euro, Austerità e Banche dimostrando non da quel momento di essere una persona molto preparata. In particolare, io sono arrivato alla fine dell’agorà quindi ho ascoltato la fine dell’intervento con domande e risposte. Zanni ha risposto ad alcune domande dicendo che “per l’uscita dall’euro il referendum non si deve tenere e bisogna attuare l’uscita per decreto appena possibile”. Formalmente è giusto, ma politicamente è sbagliato, visto che il M5S ha sempre parlato di referendum consultivo per aumentare la consapevolezza dei cittadini nelle decisioni più importanti come quella sulla permanenza o meno all’Euro (e sennò il referendum per far entrare l’Italia nell’Unione Europea nel 1989 che l’avrebbero fatto a fare?).
    Eppure questo discorso di Zanni lo avevo sentito fare anche da qualcun’altro, però non ricordo…ah sì, da Salvini e Borghi della Lega Nord! Non che sia un pretesto per espellerlo, è successo altre volte di avere posizioni coincidenti con quelle di altri partiti di destra e di sinistra su vari temi. Peccato che io conosca la differenza dei programmi europei di M5S e Lega, e le rispettive proposte sull’Europa ed euro:
    La Lega Nord vuole uscire dall’euro senza referendum passando sopra la testa dei cittadini, come fece Prodi con l’entrata dell’Italia nella zona euro. Il M5S pur essendo contro l’euro attuale, vuole il referendum per informare i cittadini e renderli partecipi di una decisione così importante.
    La Lega Nord vuole distruggere l’attuale europa per farne una nuova, il M5S crede in una europa dei popoli o comunità europea, e la vuole cambiare da dentro (sennò faceva come per le province, non si candidava). Quindi più che una posizione del M5S, Zanni pare riportare una propria posizione personale (un po’ troppo destrorsa aggiungerei, visto i suoi interventi e lavori). Posizione personale che ha avuto un seguito importante in rete e ha dato dimostrazione di sé quando Zanni ha annunciato pubblicamente di votare per l’opzione EFDD. Quando i risultati sono venuti fuori i sostenitori di Zanni si dichiaravano delusi perché ritenevano il M5S antieuropeo, naturalmente il M5S non lo avrebbe espulso per questo. Però quando si è presentata l’occasione di rimanere nell’EFDD dopo la bocciatura dell’accordo con l’ALDE, lui ha deciso di uscire dal M5S per andare nel ENF di Marine Le Pen (e Salvini). Apparentemente le ragioni di questa uscita sono politiche come spiega Zanni in questa intervista lasciata al Corriere alimentando le convinzioni dei suoi sostenitori, poi gli viene richiesto il motivo per cui non è rimasto nel EFDD dopo il “rientro” del M5S lui parla di “non compromettere la mia immagine, per coerenza”. Personalismo scovato, peccato. Certo che se si sentiva più affine alla Le Pen poteva candidarsi con la lista della Lega Nord, ma probabilmente non sarebbe mai entrato in lista. Per questi casi cito un noto attivista di Scandicci:

Brutta bestia l’ego spropositato. Riesce a farti vedere un tradimento come fosse un atto di coerenza.

Da questa situazione sicuramente qualcosa in più si è imparato:

  • Qualcuno (anche simpatizzanti e attivisti) si è accorto che il M5S non è antieuropeista. Con calma eh.
  • Chi ha votato su Rousseau (o segue l’attività del M5S) si è informato sull’ALDE e adesso sa che cos’è. E che esiste nella maggioranza “di governo” dell’UE.
  • Ora l’opinione pubblica che segue la politica conosce chi è veramente Guy Verhofstadt dopo questa figura meschina che ha fatto.
  • L’opinione pubblica o perlomeno una parte di essa si è accorta che il M5S è veramente post-ideologico e non si fa pregiudizi politici se l’obiettivo è lavorare nell’interesse dei cittadini.
  • Ora certi giornali, opinionisti, e intellettuali si accorgono che il M5S non è come Farage. È stato divertente vedere i giornali che nel 2014 davano di nazisti, xenofobi, sessisti ai portavoce M5S, per arrivare nel 2017 ad elogiarli (come ha fatto Giannini, parla di “fare politica del M5S”) nel momento in cui hanno tentato di confluire nell’ALDE con le stesse modalità della volta passata.
  • Ora tra tutti o perlomeno la maggior parte degli attivisti e portavoce sanno meglio come funzionano i gruppi parlamentari europei, e dopo questo casino mediatico sanno la differenza tra un’alleanza politica e un’alleanza tecnica. E sanno anche che è meglio non fidarsi di certa gente.
  • Il M5S si è liberato di alcuni portavoce che potevano essere d’intralcio, visto che da tempo avevano manifestato dei dubbi sulla loro permanenza nel M5S, come Ignazio Corrao ha confermato. In futuro certi finti M5S al governo non ce li voglio vedere.
  • Ha stimolato un dibattito di gruppo di attivisti in Toscana su come migliorare le consultazioni online, che continua ancora oggi.

Ora che sul tema i media hanno scassato le scatole per una settimana senza sortire alcun effetto su M5S, non resta che occuparsi delle cose vere che toccano la vita dei cittadini.

Tommaso Romagnoli

Il Blog è un Treno

14581290_10210923354507942_4185001782134775062_n

Il blog è come un treno.
Un treno senza una destinazione finale e che nessuno sa bene da dove sia partito.
Alle stazioni c’è chi sale e chi scende.
In viaggio, tra una fermata e l’altra si parla. Del più e del meno.
E’ un treno dove sali senza biglietto.
Ma dove c’è la prima classe, la seconda classe e la terza classe.
C’è anche un macchinista. Ma come nei treni reali nessuno lo vede, nessuno ci parla.
Ogni tanto un annuncio dall’interfono.
Ogni tanto qualche passeggero si dimentica di quello che è e si mette a controllare i biglietti.
Si dimentica pure che su questo treno nessuno ha il biglietto. Perchè è gratuito.
Ma lui controlla lo stesso.
Solo per sentirsi più importante.
C’è pure chi non scende mai dal treno, pur intuendo che una destinazione vera non ce l’ha.
Ma rimane lo stesso. Perchè alle stazioni sale e scende tanta gente interessante.
E non c’è di meglio da fare, di meglio dove andare. E poi in fondo le stazioni sono tutte uguali.
Che motivo c’è di scendere?
E poi parla con uno e parla con l’altro, magari ti scopri diverso, cambiato, pure informato…. Ti sembra di essere quasi..migliore.
E allora resti su.
E, intanto, passano le stazioni, tanti sono scesi alla loro fermata. Alcuni sono saliti. Ma la gente che sale ti sembra sempre meno interessante. Quelli che salivano una volta sì, che erano dei passeggeri interessanti!
E allora cominci a dire …alla prossima scendo.
E poi ancora, alla prossima scendo.
Ma… che scendo a fare?
Vediamo piuttosto dove porta sto treno.
Vediamo qual’è la sua destinazione finale.
Come faccio a parlare con il macchinista? Lui si potrebbe sapere dove sta andando il treno.
Ma non si può. Le carrozze non comunicano con la motrice.
E quell’interfono che annuncia solo la prossima stazione. Mai un capolinea. Oppure un marcia indietro. Non può.
Sempre sulle sue rotaie.

Dalle Ferrovie del Blog buon Viaggio.

Un Passeggero

Alcune considerazioni sulla riforma costituzionale

iodicono2

Qualche sera fa si è svolto nel Palazzo dei Vicari l’evento ‘Le ragioni del sì le ragioni del no’ alla quale ho partecipato. Due docenti universitari, Carlo Fusaro e Cecilia Corsi, schierati il primo col si ,il secondo col no, illustravano le loro ragioni. Sono uscita dall’evento abbastanza perplessa, nessuno dei due mi era sembrato del tutto convincente e chiaro nel sostenere le sue motivazioni. Mettendomi nei panni di un qualsiasi cittadino non informato ho pensato che non doveva essere uscito dalla serata con le idee troppo chiare. Infatti la questione è piuttosto importante: stiamo andando a decidere se modificare la Costituzione oppure no e per poterlo fare dobbiamo assolutamente essere informati.

Dovremmo poter prendere la Costituzione, leggerla con calma, almeno negli articoli interessati dalle modifiche più sostanziali, e capire che risvolti potrebbero avere questi cambiamenti. Io mi sono presa un attimo di tempo per leggere l’articolo 70 della nostra Costituzione, ( se qui è possibile inserire l’art. Con le nuove modifiche), che ha subito una trasformazione pazzesca; da tre righe chiare e leggibili è passato ad un guazzabuglio di parole e di richiami ad articoli di legge assolutamente incomprensibili. Un vero rompicapo insomma. Mi pare che la Costituzione così come è basterebbe semplicemente applicarla e non calpestarla come è stato fatto troppo spesso fino ad oggi; ma questa è semplicemente una mia considerazione personale.
Io ,da parte mia, ho avuto la fortuna di ascoltare più di una volta, Ferdinando Imposimato, Giudice Presidente Onorario della Corte di Cassazione, uno che di Costituzione se ne intende insomma. Imposimato è entrato sempre nel merito della riforma e degli articoli interessati dalle modifiche, ha parlato della pericolosità di certi cambiamenti facendomi capire che la nostra carta costituzionale funziona così come è.
La mia non vuole essere una critica ma semplicemente un consiglio per le persone ad informarsi il più possibile, quindi ben vengano le serate informative come quella del 20 settembre. Ringrazio di cuore gli organizzatori della serata che spero possa ripetersi al più presto anche a Borgo San Lorenzo o in altri Comuni.

Viviana Rossi

cqdjpttxyaaiczl

Fonte: OK!Mugello

I megastipendi della RAI

megastipendi RAI

W la Rai!…..Come era prevedibile, la pubblicazione dei megastipendi per manager, direttori e consulenti amici ha scatenato una ridda di polemiche e interpretazioni destinate probabilmente a toccare anche altre aziende dove la mano pubblica (alias, del potere politico) si fa sentire eccome. Ma che a stracciarsi le vesti siano il presidente del Pd o i parlamentari Dem della Commissione parlamentare di vigilanza sa letteralmente di presa per i fondelli. Come può Orfini dimenticare che i nuovi vertici sono stati scelti personalmente da Renzi e dal partito di maggioranza? Come può lo stesso premier far passare la velina che fa immaginare il rispetto del tetto dei 240mila euro massimi dopo che quel tetto è stato platealmente sfondato proprio dai suoi uomini in Rai, per di più facendo massiccio ricorso ad assunzioni esterne? Per un vero rilancio dell’informazione pubblica, è inutile scimmiottare la Rai se poi il potere politico continua a far prevalere le proprie sirene logiche (appartenenza e fedeltà) a quelle del mercato (merito e risultati). Però davvero il Pd ci risparmi la sceneggiata di sentirsi offeso è scandalizzato dopo aver occupato militarmente viale Mazzini e non solo. O, al limite, regali i diritti di questa fiction comica a Campo Dall’Orto. Può essergli utile per risollevare gli ascolti e i conti.

Domenico Corvino