Proposta di fusione Borgo San Lorenzo – Vicchio

L’improvvisa ed imprevista presa di posizione di Borgo Migliore per la creazione di un Comune Unico del Mugello apre un dibattito su un tema che può avere effetti importanti su tutto il Mugello.

Come forse si ricorderà, la proposta creazione di un Comune Unico del Mugello è stata il caposaldo del programma elettorale del Movimento 5 Stelle alle scorse elezioni amministrative sia a Borgo San Lorenzo che a Scarperia-San Piero e a Dicomano, unica forza politica fra tutte le liste dell’area a sostenere un’ipotesi che aveva subito raccolto il plauso delle forze economiche del territorio ma che era stata accolta con sussiego e supponenza da tutti gli altri schieramenti, non ultimo quello del Sindaco Omoboni che in effetti pare essere stato forse colto di sorpresa da una proposta così dirompente.

L’analisi che era alla base della nostra proposta era fondata su ampie considerazioni di carattere strutturale, legate alla dimensione ormai insufficiente dei comuni ai fini di un’efficace azione di programmazione e gestione del territorio ed alla scarsità delle risorse umane e finanziarie disponibili, e congiunturale, connesse all’opportunità di beneficiare dei contributi (750.000 euro per 10 anni, sblocco del patto di stabilità) previsti per i comuni risultanti dalla fusione prima che una norma di legge rendesse il processo obbligatorio e non volontario eliminando i benefici. Il tutto nel quadro di una critica di fondo all’Unione dei Comuni come strumento inefficace, inefficiente e non democratico per la gestione di tali problematiche come dimostrato anche dal recente palleggio di responsabilità sulla scarsa qualità della mensa scolastica.

Tutti questi temi sembrano riecheggiare nell’annuncio di Marco Lepri, che pare avere letto il nostro programma, molto meno nella cauta dichiarazione di Omoboni che invece all’esperienza dell’Unione è molto più legato e deve inoltre convivere con un PD che non mancherà di dire la sua sull’argomento. Infatti,  come spesso accade quando si vanno a ipotizzare interventi su consolidati assetti di potere, la proposta prende subito una piega più attendista: fare un’unione amministrativa con il Comune di Vicchio come base per successive unioni.

Al di là della sorpresa con cui il Sindaco Izzo ha replicato alla dichiarazione (“non ne ho mai sentito parlare”), è evidente a tutti che il primo ostacolo che Lepri ed eventualmente Omoboni dovranno superare sarà la presa di posizione del PD che in Mugello controlla larga parte delle giunte e dei consigli e che fino ad oggi ha dimostrato di intendere l’esperienza politica del “Nuovo Inizio” borghigiano come un accidente della storia da neutralizzare con la creazione di un robusto cordone sanitario che ha escluso (fatto senza precedenti)  il sindaco del Comune capoluogo da tutti i posti di rilievo degli enti di secondo livello (Città Metropolitana, Presidenza Unione dei Comuni e Società della Salute). Al contempo lo stesso partito di maggioranza appare diviso fra i fautori di una tradizione di potere che ormai appare poco al passo dei tempi di crisi che stiamo attraversando ed un’ala più aperta e possibilista: probabile che l’iniziativa possa favorire un definitivo chiarimento all’interno del PD, specie a Borgo dove il congresso è in stand by da oltre un mese.

Altro aspetto politico che ci sembra rilevante è legato alla dinamica dei rapporti fra Borgo Migliore e PD all’interno della Giunta di Borgo San Lorenzo.

Non ci stupiremmo se la proposta avanzata da Lepri fosse un tentativo di dare una scossa ad un’amministrazione che ad oggi si è dimostrata largamente al di sotto delle attese, non solo perché vincolata al rispetto dei vincoli e limiti imposti dal PD in difesa di interessi concreti e scelte del passato ma anche perché affetta da limiti di capacità amministrativa che hanno attraversato trasversalmente tutti gli assessorati. Lunga è la lista delle delusioni: dalla passività dimostrata nei confronti degli enti sovraordinati (Regione per vendita ERP, Provincia per gara dei trasporti pubblici locali) e delle scelte delle passate amministrazioni (bilancio 2013, lasciato in sospeso da Bettarini), all’incapacità di andare oltre frasi di circostanza nella gestione dei rapporti con le utility, al bilancio 2014 caratterizzato da aumenti generalizzati delle tariffe e tasse locali (IMU, Tares, Irpef) e dall’approvazione di una TASI con elementi di regressività rispetto alla IMU prima casa, alla mancanza di qualsiasi iniziativa finalizzata al rilancio economico fino allo spettacolo poco edificante della vicenda di Vivilosport dove, al netto della levità con cui il Sindaco rivendica la bontà delle proprie scelte sia quando liquida la società che quando la rimette in bonis, c’è voluto un intervento deciso e puntuale da parte nostra per indicare la giusta strada per la gestione del tanto denaro pubblico in gioco. Senza contare la vicenda dell’ospedale in cui l’Amministrazione è stata costretta ad arrivare dopo due mesi alle nostre posizioni e  l’assoluta assenza di contributo da parte della maggior parte degli assessori per i quali si fa fatica a citare non diciamo un provvedimento o una proposta ma financo un intervento pubblico o una dichiarazione in Consiglio.

E’ quindi possibile che l’intervento di Lepri sia volto solo a distogliere l’attenzione da un bilancio dei primi sei mesi assai poco esaltante. Laddove non fosse così, non mancherà il nostro contributo ad un dibattito importante rispetto al quale poniamo subito alcuni quesiti:

  1. Se San Piero propose l’unione a Scarperia, perché adesso è Borgo che la propone a Vicchio? Borgo, come San Piero ai tempi, ha problemi di bilancio? Le nostre analisi nei mesi passati avevano largamente dimostrato lo stress del bilancio comunale infarcito di residui attivi poco liquidi, non vorremmo che la realtà fosse ancora peggiore e che i primi nodi fossero pronti per venire al pettine;
  2. la proposta di Lepri va verso una fusione vera o propria o qualcosa di diverso (unione amministrativa)? Nel secondo caso saremmo largamente a sfavore dato che ciò vorrebbe dire soltanto appesantire ulteriormente le strutture di gestione del territorio con duplicazione di costi, inefficienze e sprechi;
  3. perché questa gradualità? L’esperienza di Scarperia e San Piero dimostra che dove c’è la volontà politica le cose si possono fare velocemente e d’altro canto procedere con una serie di fusioni due a due porta a tempi lunghi e gestioni commissariali che (l’autorizzazione all’impianto biomasse di Petrona insegna) incidono negativamente su trasparenza e controllabilità delle decisioni.

Il Movimento 5 Stelle del Mugello sta attraversando una fase di riorganizzazione che comunque non pregiudicherà la permanenza di una sua rappresentanza politica ed istituzionale sul territorio. In questi anni abbiamo dimostrato la nostra capacità di fare politica sulle cose concrete e la vocazione ad agire nell’interesse della collettività. Anche su questi temi garantiamo il nostro impegno ad essere latori di proposte che siano nell’interesse generale del territorio.

 

Vivilosport: meglio tardi che mai!

Noi l’avevamo detto, anzi scritto. Se andate sul blog https://mugello5stelle.wordpress.com/category/borgo-san-lorenzo/vivi-lo-sport/ trovate una sezione dedicata a Vivi Lo Sport in cui avevamo già fatto due mesi fa (quasi alla lira) le analisi e valutazioni a cui Omoboni e la giunta arrivano solo adesso. Vivi Lo Sport non poteva evitare il fallimento, la sola soluzione era la ricapitalizzazione e riorganizzazione con l’eliminazione dei conflitti di interesse macroscopici con la UISP.

Omoboni ci ha messo 5 mesi e si è pure vantato a più riprese di avere messo in liquidazione la società. Cose che succedono quando si fa politica basandosi sull’immagine, sulla vanità, sui selfie e sui convegni  e ci si dimentica che il primo compito del Sindaco è quello di curare l’azione amministrativa, tema su cui non solo lui ma tutta la giunta appare debolissima.

Comunque meglio tardi che mai ma rimangono alcune domande:

  1. se Vivi Lo Sport adesso gestirà in proprio il complesso senza fare outsourcing alla UISP, che ruolo avrà quest’ultima nella gestione? Dato il pessimo risultato offerto nella precedente gestione, non era possibile escluderla dalla nuova compagine sociale?
  2. Adesso che la società è tornata in bonis, i crediti verso la UISP e società collegate che erano stati svalutati anche dell’80% verranno riportati al valore originale o sarà fatto un regalo ai debitori?
  3. I debiti UISP sono stati saldati secondo il programma stabilito?
  4. Dato che questa avventura così mal congegnata e gestita costa comunque dei bei soldi ai cittadini di Borgo, l’Amministrazione Comunale avvierà l’azione di responsabilità verso gli ex amministratori ai sensi dell’art. 2476 del codice civile?

State tranquilli, non molleremo.

OSPEDALE DEL MUGELLO: 31 PARLAMENTARI DEL MOVIMENTO 5 STELLE PRESENTANO UN ESPOSTO ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA

“Un nuovo ospedale per Borgo San Lorenzo”


“Serve al più presto un nuovo ospedale per Borgo San Lorenzo e l’intero Mugello”. Lo ha dichiarato il M5S in un incontro in Palazzo Medici Riccardi, al quale hanno preso parte stamani il consigliere metropolitano Saverio Galardi, il deputato Massimo Artini, l’ingegnere Maurizio Upini ed il consigliere di Borgo San Lorenzo, Matteo Gozzi.
31 parlamentari del Movimento 5 Stelle, nel frattempo, hanno presentato un esposto alla Procura di Firenze.

“Purtroppo da anni Regione, Asl e enti locali non hanno chiarito la reale situazione dell’ospedale. Nelle scorse settimane avevamo presentato una richiesta di accesso agli atti, ma al momento non abbiamo ricevuto risposte. Siamo riusciti però ad entrare in possesso di una relazione, stilata dalla Asl 10, che non lascia adito a dubbi: la struttura non è sicura per quanto riguarda tutti i blocchi, escluso il Pronto Soccorso (costruito negli anni ‘90). Sono stati appurati problemi sul piano statico tali da non consentire nemmeno i carotaggi” rende noto Massimo Artini. “A livello sismico non è in grado di sopportare eventi duecentocinquantennali. E dalle stime che abbiamo effettuato, con i dati della relazione, non sarebbe in grado di sopportare una scossa di magnitudo 4,7 della scala Richter” prosegue il Movimento 5 Stelle.
Gli esponenti della forza di opposizione denunciano: “Dopo aver parlato con la direzione sanitaria dell’ospedale e dopo vari sopralluoghi, nei quali i nostri timori si sono rivelati purtroppo fondati, abbiamo cercato in tutti i modi di interloquire anche con la direzione dell’Asl 10. Ma ci è stato negato un confronto per poter discutere dell’attuale situazione e delle possibili soluzioni per un presidio fondamentale per tutto il Mugello e che interessa migliaia di cittadini”.
“Da cosa dipende questo silenzio? – rilancia Matteo Gozzi – Ci stiamo occupando costantemente dell’ospedale dal 2013 e le risposte dei rappresentanti istituzionali sono sempre state vaghe. L’Unione dei Comuni ha approvato varie mozioni a difesa del presidio sanitario: adesso ci attendiamo un impegno concreto” .
Il Movimento 5 Stelle, vista la drammatica situazione che emerge dal documento, ha presentato questa mattina un esposto in Procura, firmato da 31 parlamentari, con la quale chiede di accertare la situazione in cui versa l’ospedale e le eventuali responsabilità: “Serve serietà e massima trasparenza da parte di tutti gli enti quando si parla di diritto alla salute. Da parte nostra ribadiamo la necessità di agire bene e alla svelta, prevedendo immediatamente la realizzazione di una nuova struttura da almeno 120 posti letto, come quella attuale. La strada da seguire però non è quella intrapresa con i nuovi ospedali toscani realizzati in project financing. Servono infatti risorse e tempi certi, tutelando nel periodo transitorio i cittadini mugellani che già da anni fanno i conti con i disagi e con una struttura non sicura, nell’indifferenza delle istituzioni”.
In questo contesto, conclude il consigliere metropolitano Saverio Galardi, “sarà importante il ruolo politico della costituenda Città metropolitana, sebbene non abbia al momento competenze dirette a livello sanitario. Il sindaco Nardella non può rimanere indifferente ai diritti dei suoi concittadini”.

Opposizioni unite sul Chino Chini. Omoboni fugge dalle responsabilità.

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato congiunto firmato da Franco Frandi di “Dal Cuore di Borgo”, Luca Margheri di “Cambiamo, Insieme!”, Matteo Gozzi di “Movimento 5 Stelle”, Claudia Masini di “L’Altra Borgo” e Luca Ferruzzi di “Forza Italia”:

“Avevamo preparato insieme un OdG sulla situazione dell’edilizia scolastica a Borgo San Lorenzo da discutere nel Consiglio Comunale del 29 settembre 2014, dove fra l’altro si affrontavano temi importanti quali:

a) fondi necessari per interventi strutturali di manutenzione e di adeguamento alle più recenti normative sismiche,

b) impegni non mantenuti da parte della Provincia relativamente alla realizzazione di nuove strutture necessarie a questi istituti scolastici,

c) affrontare con la massima urgenza la problematica del dimensionamento scolastico.

Come ormai noto, in quel consiglio, l’unico punto all’OdG rinviato per ‘mancanza di tempo’ fu proprio questo. In un comunicato stampa, ai primi di ottobre, ci siamo lamentati per questa iniziativa della maggioranza ed abbiamo sollevato alcune perplessità di seguito riportate virgolettate:

… ‘data la conclamata importanza, sarebbe stato necessario affrontare il problema il prima possibile. Sarà forse che, probabilmente, durante la discussione e l’analisi dei fatti sarebbero emerse delle responsabilità della vecchia Amministrazione Provinciale? Forse che tra un mese saranno intanto iniziati alcuni lavori di cui si tratta nell’ordine del giorno presentato dalle opposizioni? Speriamo di sì, per il bene di tutto il complesso scolastico. E sarebbe auspicabile che anche il neoeletto Consiglio della Città Metropolitana partisse col piede giusto relativamente alle problematiche del nostro territorio, troppo a lungo disattese’.

In data 28 ottobre 2014 è stato finalmente affrontato l’OdG, si è svolta un’ampia discussione e si è potuto constatare nei vari interventi che le nostre scuole stanno veramente a cuore a tutti, ma al momento della votazione, la maggioranza in blocco, tranne una astensione, ha votato contro.

Ha votato contro ad un OdG dove si

Impegnava il Sindaco e la Giunta:

  • A far sì, in collaborazione ed in sintonia con l’unione dei comuni del Mugello, che il Consiglio della costituenda città Metropolitana sia subito messo a conoscenza di quanto sopra descritto e ad attivarsi in maniera prioritaria.

  • In particolare, a far ripartire una immediata riprogettazione di una palestra per l’Istituto Chino Chini.

  • A rivendicare con forza il rispetto degli impegni assunti dalla Provincia di Firenze relativamente:

  1. Alla realizzazione del parcheggio interno (e sistemazione dell’area) del Chino Chini.

  2. All’ultimazione dei lavori di messa in sicurezza sismica di tutto l’edificio costruito negli anni ’80 (utilizzato da entrambi gli Istituti) con l’allacciamento delle colonne.

  • Ad attivarsi nelle sedi competenti, relativamente ai fondi per l’edilizia scolastica, ricordando che rispetto al restante territorio provinciale, il Mugello è di gran lunga quello considerato a maggior rischio sismico.

  • A seguire con particolare riguardo, nei prossimi mesi, in collaborazione con i rappresentanti degli organi collegiali, l’intero percorso del dimensionamento scolastico.

  • “A richiedere in forma ufficiale che la prima seduta utile del Consiglio della Città Metropolitana abbia a svolgersi a Borgo San Lorenzo, presso gli Istituti Chino Chini e Giotto Ulivi, per coinvolgere da subito il nuovo ente sulla questione dell’edilizia scolastica di tutto il territorio provinciale, per richiamare il rispetto degli impegni e degli interventi attesi dalle due scuole e per addivenire a soluzioni rapide delle specifiche problematicità delle stesse”.

Mensa scolastica: limiti ed errori dell’amministrazione comunale di Borgo

Intervento su OK Mugello del 2 novembre 2014.

Gentile Direttore, la polemica nata attorno allo scadimento qualitativo della mensa scolastica mi induce ad un intervento su un tema che sintetizza sia la mia esperienza professionale passata (per 20 anni responsabile di società di gestione mense e di distribuzione alimentare) che la mia attuale esperienza politica nel Movimento 5 Stelle.

Anni fa i vecchi cuochi di mensa avevano un trucco per capire se una pasta era resistente alla cottura: schiacciavano fra le dita una “penna” o un “rigatone” e, dalla resistenza alla rottura che questo opponeva, capivano se quella marca era adatta o meno al servizio. Questo per dire che la conoscenza del prodotto (qualsiasi prodotto) deve sempre essere messa a base della redazione del capitolato della gara d’appalto. Non è quindi colpa della “gara europea” come si è sbrigativamente giustificata l’Assessore Becchi perché altrimenti si dovrebbe pensare che nelle grandi città, che sono ovviamente obbligate a fare solo gare europee, il livello delle mense scolastiche dovrebbe essere pessimo mentre Firenze e Roma, solo per citarne alcune, hanno saputo realizzare delle esperienze di ristorazione scolastica assai valide durate molti anni. Quindi non è colpa del tipo di gara ma di come la gara viene condotta e ciò su tre livelli:

  1. Redazione del capitolato che deve specificare esattamente i requisiti dei prodotti richiesti. Il capitolato di Borgo San Lorenzo per la pasta ad esempio chiede invece solo che si tratti di “un prodotto idoneo ad essere utilizzato per pasti veicolati …,per un tempo di sosta che fra il trasporto e la distribuzione, varia da 15 a 40 minuti” il che corrisponde ad un livello di precisione che ricorda più che altro le nostre nonne quando al negoziante chiedevano “due etti di quello buono”: difficile muovere contestazioni a partire da queste basi;
  2. prima dell’aggiudicazione, il prodotto deve essere testato e, una volta risultato idoneo, deve essere individuato come oggetto specifico della fornitura per cui in corso d’appalto non dovranno essere sostituite le marche;
  3. in corso di fornitura si deve vigilare che il prodotto fornito sia sempre quello rispondente ai requisiti del capitolato ed applicare subito le sanzioni se si sgarra come nel caso ad esempio della mancata fornitura di frutta.

Niente di tutto questo è stato evidentemente fatto ed allora la Dottoressa Becchi, colta in fallo, forse senza nemmeno accorgersene, si dissocia da due sindaci in un colpo solo. In primo luogo Bettarini, chiamato in causa perché l’appalto è stato fatto dalla precedente giunta, in questo modo rompendo il silenzio che la giunta attuale ha steso attorno alle scelte dei predecessori: una cosa positiva che speriamo si estenda anche ad altre scelte scellerate del periodo bettariniano come quelle relative alla gestione economica ed all’ospedale.  Però la Becchi, chiamando in causa l’Unione dei Comuni, si dissocia anche da Omoboni che ha fatto dello sviluppo delle funzioni dell’ente sovra comunale, soprattutto in tema di gare d’appalto, uno dei pilastri della propria azione politica, così confermando le nostre perplessità rispetto alla reale utilità di un ente costoso e privo di una propria missione a cui, per giustificarne l’esistenza, vengono delegate funzioni proprie dei comuni che così vengono privati di decisionalità e potere di controllo.

L’Unione dei Comuni si conferma così come un orpello burocratico inutile, che allontana le decisioni dai cittadini che le subiscono, assolutamente inefficace sulle situazioni che contano come anche la vicenda Camera di Commercio dimostra. E ciò, se non altro, per il semplice fatto che le funzioni d’area risiedono tutte a Borgo ma il presidente, per motivi interni al PD, è il Sindaco di Scarperia a cui Omoboni deve “cortesemente rivolgersi” tutte le volte che occorre un’iniziativa su beni comuni come la Camera di Commercio ma anche l’Ospedale e le altre funzioni pubbliche.

Infine Omoboni si dissocia anche da se stesso perché nel comunicato stampa del 30 giugno aveva dichiarato che “l’assessore a Cultura e Pubblica Istruzione Cristina Becchi ha in cima alla lista il servizio mensa, che deve rimanere di qualità ma con costi inferiori” mentre oggi si vanta di spendere 8 euro a pasto, una cifra spropositata (a Roma costa 4,50 per fare un esempio) a fronte di un servizio di qualità discutibile: la confusione è grande sotto il cielo.

E’ curioso come un piatto di pasta scotta possa far emergere così repentinamente l’impreparazione, gli errori e l’inconsistenza di un’amministrazione comunale fatta di personaggi sicuramente “cool”, certamente qualificati ma che mancano di qualsiasi esperienza amministrativa e che si trovano a rincorrere quotidianamente i problemi anziché prevenirli. Un bagno di umiltà,  un cambio di marcia e magari un rimpasto che, in linea col motto latino promoveatur ut removeatur reso possibile dal prossimo congresso PD, inserisca in giunta soggetti meno rispondenti al fenotipo renziano ma più esperti e concreti sarebbero senza dubbio utili per l’Amministrazione Comunale ed i cittadini.

Ospedale del Mugello: la soluzione è ancora lontana.

La vicenda dell’Ospedale del Mugello ha avuto nelle ultime settimane una forte accelerazione dovuta soprattutto alle iniziative del Movimento 5 Stelle: diffusione delle foto che testimoniano le carenze strutturali e le crepe dell’edificio, conferenza stampa del parlamentare Massimo Artini e di Matteo Gozzi, successiva ispezione ufficiale dei parlamentari 5 Stelle della commissione Sanità della Camera e richiesta di accesso alla famosa relazione della “Valutazione Meucci” sull’integrità statica e sulla vulnerabilità sismica del presidio. Tutto questo in attesa ovviamente dei prossimi passi.

Nel frattempo la maggioranza che sostiene la Giunta Omoboni si è limitata ad un incontro del tutto interlocutorio con la ASL 10, mentre il Consiglio Regionale ha approvato il 7 ottobre una mozione presentata dal Consigliere PD Naldoni che è stata spacciata mediaticamente come la soluzione al problema.

Questa mozione è rilevante soprattutto per un aspetto politico: essa costituisce infatti un punto fermo  del dibattito e fa piazza pulita di tutte le accuse di catastrofismo (Bettarini) e sciacallaggio politico rivolte al Movimento 5 Stelle che da sempre si è impegnato sul tema. Al contempo inchioda Bettarini, la sua giunta e la sua maggioranza alle proprie responsabilità per avere colpevolmente bloccato, per motivi elettorali e di opportunità personale, la ricerca di soluzioni in attesa della fine della legislatura: sarebbe interessante chiedere alla Giunta attuale quale sia il suo giudizio su un atteggiamento così superficiale e che ha messo a rischio la sicurezza dei cittadini.

Da un punto di vista concreto, invece, presentare questa mozione come la “soluzione già trovata al problema” è, come spesso accade, una mistificazione del PD per alleggerire la pressione sul tema e cercare di arrivare in qualche modo alle prossime elezioni. Infatti la mozione è un atto di indirizzo politico privo di valore normativo e, come tutti gli atti politici, può essere disconosciuto o cadere nel vuoto come ad esempio è avvenuto ad esempio in passato per gli impegni politici sull’elettrificazione della Faentina. Inoltre la mozione lascia libera la giunta regionale di stabilire l’entità degli stanziamenti che potrebbero essere puramente simbolici senza considerare che la prossima manovra di finanza statale taglierà fondi alle regioni per cui si porrà un problema di copertura che renderà più difficile adempiere tale impegno. In definitiva la suddetta mozione ha principalmente lo scopo di distrarre l’attenzione della pubblica opinione dal tema, dando l’apparenza di una soluzione già trovata quando ancora mancano anche solo i presupposti per la soluzione della vicenda.

La mozione è altresì contraddittoria in senso logico in quanto non ha senso impegnare la giunta regionale a stanziare contestualmente nello stesso bilancio fondi per il progetto e per la prima fase: in mancanza di un progetto non è possibile stabilire  quale sia la prima fase, che tempi abbia, quanto costi, per cui in definitiva, in mancanza di un progetto, non ha significato procedere a stanziamenti per “prime fasi” che si tradurrebbero solo in residui passivi del bilancio regionale.

 

Per di più nella stessa mozione si dice che la ASL aveva evidenziato la necessità di fare un confronto fra progetti diversi per cui occorre una fase preliminare di analisi e valutazione prima di decidere gli interventi. La mozione invece dà per scontato che ci sia la “ricostruzione” dell’ospedale quando la  stessa commissione tecnica incaricata della verifica del plesso ospedaliero prevedeva in primis altre ipotesi il recupero e solo in ultima analisi la ricostruzione.

 

Quello della ricostruzione è il punto più preoccupante in quanto è assolutamente prematuro parlare di ricostruzione in mancanza di un progetto che individui il sito del nuovo complesso ospedaliero. Nell’ipotesi di ricostruzione nello stesso sito è necessario ipotizzare il preliminare abbattimento totale o parziale del complesso esistente con ovvi problemi di salvaguardia dei servizi sanitari per un’area di estensione paragonabile ad una provincia, con oltre 100.000 fra abitanti e turisti e la presenza di un autodromo internazionale. Nell’ipotesi di ricostruzione in altro sito è necessario risolvere preliminarmente problemi urbanistici che ne individuino l’ubicazione e le vie di collegamento, assolutamente mancanti nel RUC recentemente approvato.

 

In definitiva il problema della sicurezza antisismica e dell’adeguamento statico dell’Ospedale del Mugello è ancora in alto mare. I problemi sono molti e complessi ed è necessaria un’attenzione costante delle forze politiche, sociali e dei comitati del territorio, in primis le Amministrazioni Comunali. Ad oggi quella di Borgo appare abbastanza impreparata ed inconsapevole. Il Movimento 5 Stelle, con un’interrogazione all’Assessore Bonanni, ha provato a smuoverla e ad indirizzarla sulla giusta via.

Oggi in Consiglio Comunale a Borgo: interrogazione del M5S sull’ospedale

 

Borgo San Lorenzo, 22 ottobre 2014

 

All’Assessore alla Sanità del Comune di Borgo San Lorenzo

 

OGGETTO: Problematiche dell’Ospedale del Mugello

Interrogazione a risposta orale

 

Il sottoscritto consigliere comunale,

 

PREMESSO che:

  • Ormai dall’ottobre 2013, sull’onda delle notizie della stampa e dell’assemblea pubblica indetta dall’allora Sindaco Bettarini, sono emerse con urgenza le gravi problematiche attinenti sia alla stabilità dell’Ospedale del Mugello in condizioni statiche che alla sua rispondenza alle normative antisismiche esistenti al momento della sua costruzione, peraltro avvenuta in più fasi;
  • che nelle ultime settimane, anche sull’onda delle iniziative assunte dal Movimento 5 Stelle (ispezione con parlamentari presso il presidio ospedaliero, accesso agli atti, conferenze stampa) le forze politiche e sociali del territorio hanno concentrato la loro attenzione sul problema;
  • che il 7 ottobre il Consiglio Regionale della Toscana ha approvato una mozione (la “Naldoni” n. 917) con cui impegna fra l’altro la Giunta Regionale a monitorare l’evoluzione della vicenda relativa all’adeguamento antisismico e a stanziare nel prossimo bilancio 2015 i fondi necessari per la progettazione e la prima fase degli interventi;

CONSIDERATO che:

  • la mozione Naldoni costituisce un punto fermo del dibattito e fa piazza pulita di tutte le accuse di catastrofismo (Bettarini) e sciacallaggio politico (Omoboni in campagna elettorale) rivolte al Movimento 5 Stelle che da sempre si è impegnato sul tema;
  • al contempo inchioda Bettarini, la sua giunta e la sua maggioranza alle proprie responsabilità per avere colpevolmente bloccato la ricerca di soluzioni in attesa della fine della legislatura;
  • nella stessa mozione si fa riferimento a tempi di ritorno di un evento sismico di entità tale da mettere a rischio la vita umana (10 anni) di cui non si ha traccia nella relazione dei tecnici incaricati che invece parla, in relazione ai diversi blocchi, di “vite residue” comprese fra 1,6 e 7,7 anni, con l’unica eccezione del blocco C (ingresso e scale) per la quale la vita residua è stimata in 30,8 anni;
  • che la relazione tecnica è datata 31 luglio 2013 per cui una parte della “vita residua” dei diversi blocchi sarebbe già trascorsa;
  • la mozione è un atto di puro indirizzo politico, non è normativo né vincolante, tanto che ne sono state approvate ben 84 nel solo 2014;
  • come tutti gli atti politici può essere disconosciuto o cadere nel vuoto come ad esempio è avvenuto ad esempio in passato per gli impegni politici sull’elettrificazione della Faentina
  • la mozione lascia libera la giunta regionale di stabilire entità degli stanziamenti che potrebbero essere puramente simbolici
  • la prossima manovra di finanza statale taglierà fondi alle regioni per cui si porrà un problema di copertura che renderà viepiù difficile adempiere tale impegno;
  • che in definitiva la suddetta mozione ha principalmente lo scopo di distrarre l’attenzione della pubblica opinione dal tema, dando l’apparenza di una soluzione già trovata quando ancora mancano anche solo i presupposti per la soluzione della vicenda;

 

 

EVIDENZIATO che

  • la mozione è altresì contraddittoria in senso logico in quanto non ha senso impegnare la giunta regionale a stanziare contestualmente nello stesso bilancio fondi per il progetto e per la prima fase;
  • che appare infatti prematuro parlare di fasi in mancanza di progetto senza il quale non è possibile stabilire quale sia la prima fase, che tempi abbia, quanto costi;
  • in definitiva, in mancanza di un progetto, non ha significato procedere a stanziamenti per “prime fasi” che si tradurrebbero solo in residui passivi;
  • per di più nella stessa mozione si dice che la ASL aveva evidenziato la necessità di fare un confronto fra progetti diversi per cui occorre una fase preliminare di analisi e valutazione prima di decidere gli interventi;
  • la mozione dà per scontato che ci sia “ricostruzione” dell’ospedale quando la  stessa commissione tecnica incaricata della verifica del plesso ospedaliero prevedeva in primis altre ipotesi di recupero e solo in ultimo la ricostruzione;
  • è comunque assolutamente prematuro parlare di ricostruzione in mancanza di un progetto che individui il sito del nuovo complesso ospedaliero;
  • nell’ipotesi di ricostruzione nello stesso sito è necessario ipotizzare il preliminare abbattimento totale o parziale del complesso esistente con ovvi problemi di salvaguardia dei servizi sanitari per un’area di estensione paragonabile ad una provincia, con oltre 100.000 fra abitanti e turisti e la presenza di un autodromo internazionale;
  • nell’ipotesi di ricostruzione in altro sito è necessario risolvere preliminarmente problemi urbanistici che ne individuino l’ubicazione e le vie di collegamento, assolutamente mancanti nel RUC recentemente approvato

CHIEDE

Che l’Assessore Bonanni riferisca in Consiglio Comunale sui seguenti punti:

  • Quale sia l’opinione della Giunta attuale sul comportamento evidentemente dilatorio e superficiale posto in essere dalla precedente Giunta Bettarini che ha così aggravato il rischio per la popolazione;
  • sulla base di quali elementi l’assessore Bonanni abbia sposato in pieno, anche in uscite pubbliche sulla stampa, la tesi della necessità della ricostruzione dell’ospedale fino ad ora non suffragata in via definitiva da nessun elaborato tecnico;
  • quali siano, in caso di abbattimento e ricostruzione in situ,  le misure adottate dalla Giunta per assicurare  la salvaguardia dei servizi sanitari per la popolazione;
  • quali siano, in caso di ricostruzione in sito diverso, le misure adottate od in corso di adozione per prevedere, all’interno del RUC, le soluzioni urbanistiche che prevedano la costruzione del nuovo ospedale;
  • se la Giunta ritiene di dare luogo a campagne informative della popolazione sul tema cruciale dell’ospedale e, se sì, con quali strumenti.

Matteo Gozzi